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Genocidio del popolo sardo: denuncia all’Aja. Movimento Sardegna Zona Franca


Genocidio e crimini contro l’umanità. Sono questi i crimini contro la popolazione sarda ipotizzati in una dettagliata denuncia contro ignoti recapitata nei giorni scorsi alla Corte Penale Internazionale dell’Aja dal segretario politico del Movimento Sardegna Zona Franca Francesco Scifo. Nella circostanziata denuncia – presentata in tre lingue (italiano, inglese e francese) – il legale cagliaritano chiede al Procuratore della Corte di Giustizia di aprire un’indagine per individuare e perseguire penalmente per i crimini di cui agli artt. 6) e 7) dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale i soggetti responsabili dell’attuale situazione economica, sociale e demografica della Sardegna, nonché dell’inquinamento ambientale e delle mancate bonifiche delle aree inquinate che insistono sul territorio dell’isola. “In Sardegna – si legge nel documento – viene attuato o in ogni caso non viene impedito dalle autorità nazionali italiane e da quelle regionali e locali, un crimine di genocidio con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso: il gruppo minoritario dei sardi”

Il crimine di genocidio, che nella denuncia si assume sia stato commesso nei confronti della popolazione della Sardegna con “atti diretti a cagionare gravi lesioni all’integrità fisica o psichica della comunità appartenente alla minoranza linguistica sarda, sottoponendo deliberatamente la stessa a condizioni di vita tali da comportarne la distruzione fisica, totale o parziale”, è previsto dall’articolo 6 dello Statuto di Roma della Corte penale Internazionale. La violazione dell’articolo 7 dello Statuto di Roma – ipotizzata nella denuncia – riguarda invece i crimini contro l’umanità, integrati da “atti diretti a provocare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi danni all’integrità fisica e alla salute fisica e mentale della popolazione della Sardegna”.

La denuncia per genocidio e crimini contro l’umanità

Nella denuncia, firmata anche dalla presidente del Movimento Sardegna Zona Franca Maria Rosaria Randaccio, il legale cagliaritano Francesco Scifo evidenzia la gravissima prostrazione economica della popolazione sarda, attestata dall’ultimo rapporto della Caritas diocesana e causata, oltre che dalla mancata attuazione di norme statutarie che potrebbero favorire lo sviluppo (come quelle che prevedono la zona franca), da una esazione fiscale indebita ed indiscriminata portata avanti senza tregua nei confronti dei sardi dalle Autorità nazionali italiane, testimoniata dall’incredibile debito fiscale complessivo maturato, pari ad 8 miliardi di euro.

Nella circostanziata denuncia i rappresentanti del movimento ricordano inoltre come la Sardegna sia stata inserita nella categoria denominata Challenge of Decline Type, con un declino demografico dovuto sia ai bassi livelli di fertilità che all’emigrazione e all’inquinamento.

Il Movimento Sardegna Zona Franca denuncia poi il tentativo dei partiti e sindacati italiani di governo di spostamento forzoso della popolazione, mascherato da intervento di solidarietà per i migranti ma, di fatto, a danno della minoranza sarda.

Tra i motivi fondamentali che giustificano l’accusa di genocidio e crimini contro l’umanità ci sono però soprattutto le servitù militari e le tantissime aree dell’isola gravemente compromesse dall’inquinamento. Alcune delle quali, come quella di Capo Teulada, che ormai non possono nemmeno più essere bonificate. “La presenza delle infrastrutture militari – si legge nel ricorso alla Corte di Giustizia dell’Aja – ha un impatto pregiudizievole per la salute della popolazione, evidenziato da un rapporto del Dipartimento Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari“.

Sotto il profilo dell’inquinamento, la denuncia cita anche una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale di epidemiologia dell’Università di Oxford “Mutagenesis” e svolta da otto ricercatori di fama internazionale da cui risulta che 75 bambini delle scuole elementari e medie di Sarroch, che hanno costituito il campione della ricerca, “presentano incrementi significativi di danni e di alterazioni del Dna rispetto al campione di confronto estratto dalle aree di campagna”. Ecco il link del sito del Gruppo di intervento giuridico, associazione molto sensibile alle tematiche ambientali.

Quirra, poligono
“Non è stato fatto nessun lavoro di effettiva bonifica dei siti inquinati distribuiti su tutto il territorio regionale da nord a sud (Porto Torres, Furtei, Sulcis, La Maddalena, Quirra) – denunciano Scifo e la Randaccio -: le istituzioni italiane e regionali, pur essendo al corrente della grave situazione ambientale che sta causando la prostrazione, la malattia, la morte di molte persone appartenenti alla minoranza sarda e lo spopolamento dell’intera isola, colpevolmente rimangono inerti, senza procedere né alle bonifiche, né all’applicazione delle leggi vigenti. La stessa magistratura italiana è inerte per anni, nonostante le denunce ripetutamente presentate dai vari movimenti e associazioni, nonché privati cittadini”.

La denuncia per genocidio e crimini contro l’umanità ha per destinatari non soltanto le autorità di governo che si sono succedute in questi anni, ma anche i soggetti che avevano l’obbligo di controllare e impedire l’inquinamento del mare, dell’aria e del suolo e il deterioramento della situazione sociale ed economica che, si legge nel documento, “hanno omesso deliberatamente ogni intervento utile e necessario in merito, tanto da distruggere e mettere in grave pericolo la vita di una intera minoranza linguistica, quale è quella parlante il sardo e, quindi, hanno determinato oggi il genocidio della popolazione sarda in corso”.
“La politica criminale, adottata deliberatamente dalle autorità nazionali, regionali e locali, che dovranno essere tutte perseguite e identificate da questo Tribunale – si legge ancora nella denuncia presentata alla Corte Internazionale dell’Aja – sottopone deliberatamente (presumibilmente per ragioni di bilancio o altre non identificate) le persone appartenenti al gruppo dei sardi a condizioni di vita economiche e sociali tali da comportare la progressiva e sistematica distruzione fisica, totale o parziale, del gruppo etnico stesso e ad imporre misure volte, di fatto, ad impedire le nascite in seno al gruppo non impedendo la diminuzione della fertilità dei membri del gruppo etnico causata dalle gravi malattie e dalle precarie condizioni sanitarie, infrastrutturali, economiche, sociali ed alimentari”.
Nel ricorso si chiede che il Procuratore della Corte dell’Aja senta i Procuratori della Repubblica presso i Tribunali di Roma, Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Tempio e Lanusei “sullo stato delle azioni penali pendenti, da anni, contro gli autori dei reati di disastro ambientale, mancata bonifica, oppressione fiscale, economica e sociale che hanno determinato il genocidio e i crimini contro l’umanità nei confronti della minoranza sardofona lamentati con il presente ricorso e determinati dall’inquinamento ambientale e dalle omissioni di bonifiche dei territori, dalle politiche economiche e fiscali coloniali attuate dallo Stato con la collaborazione delle autorità regionali e locali, nonché determinati dalle omissioni di atti del proprio ufficio compiute da tutte queste autorità per le mancate applicazioni delle leggi italiane vigenti”.

Inoltre si chiede che vengano sentiti anche il presidente della Giunta regionale sarda e quello del Consiglio Italiano “sulle mancate applicazioni alla minoranza sarda delle tutele proprie delle minoranze linguistiche e sulla ripetuta violazione dello Statuto autonomistico previsto dalla Legge costituzionale n.3 del 1948 articoli 12-13-51-52 e 53, testimoniata dalla mancata applicazione dei suddetti articoli che ha determinato il genocidio ed i crimini contro l’umanità contro la minoranza sarda”.

da: blogosocial.com

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