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Perchè la scuola sta uccidendo la creatività dei bambini (cosa possiamo fare per evitarlo)

Quando sono in fila alla cassa al supermercato osservo spesso le famiglie davanti a me con i loro bambini, alcuni urlano, altri rimettono i prodotti nel carrello dopo che i genitori li hanno messi sul rullo, altri ancora corrono come pazzi fra le corsie dando il via ad inseguimenti e sguardi imbarazzati dei genitori e mi chiedo: come mai questo bambino si sta comportando così? Perchè sta cercando attenzioni? E come può fare questa mamma dalle occhiaie versione panda a fare la spesa in tranquillità godendo della compagnia dei figli senza correre loro dietro?


Perchè vi racconto questo? Perchè credo che tutta quella parte della psicologia che ha a che fare con lo sviluppo dell’essere umano sia semplicemente magica, affascinante.

La maggior parte delle mie ricerche personali studiano questo meccanismo bellissimo che è l’evoluzione della persona, capire perchè un bambino felice è più probabile che diventi un adulto di successo, cosa influenza la crescita di una persona in una direzione piuttosto che in un’altra e di conseguenza cosa possiamo fare (come genitori e professionisti dell’educazione) per aiutare i bambini a crescere felici ed equilibrati.

Ovviamente i genitori hanno un ruolo molto importante nella crescita di un bambino ma in questo articolo vorrei soffermarmi su un altro elemento che ha un’influenza fortissima: la scuola.

La scuola è uno dei luoghi che i bambini frequentano per la maggior parte del tempo:  dai 6 anni in poi hanno davanti almeno 13 anni di scuola durante i quali il bambino sta formando non solo la sua conoscenza del mondo ma anche la sua personalità e ponendo le basi per la sua attitudine verso la vita, verso il problem solving, capacità di affrontare lo stress, sensazione di sentirsi bene  e soddisfatto e raggiungere i propri obiettivi.

Ora, la prima parte è ben coperta dalla scuola, istruzione e cultura sono fornite abbondantemente e gli argomenti trattati sono abbastanza vasti.

Ma gli altri aspetti? quelli che riguardano il sentirsi bene, l’essere soddisfatti, il sentire di essere sulla strada giusta per fare ciò per cui ognuno di noi sente di essere nato?

Sempre di più mi sembra che la scuola coltivi abbastanza il lato “tecnico” della cultura e dell’imparare e quasi per niente tutto l’aspetto più umano, di crescita e auto conoscenza della persona. E questo non stupisce se si pensa che le scuole sono basate su un modello abbastanza antiquato di trasmissione delle informazioni uguale  per tutti che tralascia completamente tutte le differenze tra bambino e bambino, la creatività del “cervello destro” e i diversi stili di apprendimento.
ATTENZIONE: Ci tengo tanto a precisare che questo articolo non vuole puntare il dito contro gli insegnanti, anzi! Troppo spesso hanno le mani legate e non possono fare ciò che vorrebbero perchè devono rispondere a direttive dall’alto. quando parlo di scuola in questo articolo mi riferisco all’istituzione in se.
Impariamo tutti in modo diverso ma la scuola non lo sa

Questo perchè la scuola non è cambiata quasi per nulla da quando è nata, oggi nel 2015 il metodo di insegnamento è quasi lo stesso di 40 anni fa. Come conseguenza di questa impostazione vecchia e antiquata molti bambini e ragazzi, soprattutto quelli delle ultime generazioni, vengono etichettati come svogliati, scansafatiche, a volte anche poco svegli perchè sembrano non capire le cose, essere distratti e non aver voglia di fare nulla.

Ricordo che mia sorella veniva ripresa sempre dalla sua professoressa perchè “scarabocchiava” durante le sue lezioni; nonostante avesse più volte detto alla docente che era comunque attenta alle sue parole, un giorno la professoressa dopo l’ennesimo rimprovero le ha chiesto di dirle di cosa stesse trattando la lezione. Mia sorella ha saputo esattamente spiegare tutto ciò che la professoressa aveva detto fino a quel momento, nonostante avesse disegnato tutto il tempo (immaginate la faccia della professoressa…).

Cosa era successo?
La risposta è molto semplice: siamo tutti diversi, alcune persone acquisiscono le informazioni meglio se stanno molto attenti, altre invece le assimilano nel migliore dei modi se danno sfogo al loro emisfero destro creativo.


La scuola però oggi è improntata su un modello che non è mai stato cambiato negli ultimi 40 anni, anche i nostri genitori andavano in aula, sedevano nei banchi, avevano di fronte la maestra, ascoltavano la lezione, facevano i compiti a casa… e andava benissimo così, 40 anni fa però!

Oggi il mondo è diverso, un bambino di 6 anni è esposto a miriadi di stimoli in più rispetto ad un bambino di 40 anni fa, l’ambiente intorno è diverso, le esperienze sono diverse e di conseguenza anche lo sviluppo è diverso. Si pretende che i bambini vadano bene a scuola, si comportino bene e facciano i compiti e se non ci riescono il più delle volte è perchè sono “svogliati”, “distratti” o magari hanno qualche nuova forma non ancora conosciuta all’essere umano di DSA o ADHD.

Avete idea di quanti genitori mi contattano perchè qualche insegnante ha detto loro che il bambino è troppo attivo e ha difficoltà di apprendimento? Vai a scavare un po’ e scopri che al nocciolo della questione c’è solo una grande verità: sono annoiatati, terribilmente annoiati!

Un bambino annoiato è un bambino triste, svogliato, nervoso e a volte agitato. Provate a immaginare di dover giocare a dama con un bambino dell’asilo: di sicuro all’inizio è divertente perchè mordicchierà i pezzi, farà un disastro, si alzerà distratto da altre cose… ma dopo un po’, immaginate di doverlo fare ogni sacrosanto giorno per i prossimi 13 anni della vostra vita, con tanto di compiti a casa anche. Come vi sentite?

Ecco, questo è quello che prova un bambino quando va a scuola oggi, nella maggior parte delle scuole.

La scuola dovrebbe tirar fuori l’unicità di ogni bambino ma…

Un altro aspetto molto carente nella scuola oggi è l’attenzione al singolo: si pone molta cura ad uniformare, rendere tutti uguali, portare tutti allo stesso livello laddove a mio parare sarebbe più utile e intelligente fornire ai bambini gli strumenti per tirare fuori il loro talento naturale e coltivarlo. Questo la scuola dovrebbe insegnare: trova quella lucina che hai dentro e lasciala brillare, questo è il vero successo.

Ma come può un ragazzo trovare la propria tendenza, la propria unicità in un ambiente in cui si vuole invece uniformare? Si applica un metodo uguale per tutti a persone che però non sono uguali tra loro, come può funzionare bene?


Il nostro sistema educativo è basato sulle abilità accademiche e  si basa su due idee:
1) Le  discipline che ti fanno trovare lavoro sono le più importanti.
Probabilmente voi stessi siete stati allontanati da quello che vi piaceva fare da bambini con la motivazione che non avreste mai trovato un lavoro facendo quello, o sbaglio?
Non fare musica, non diventerai un musicista; non fare arte, non sarai un artista. Chi ci avvisava di queste cose probabilmente era in buona fede (genitori e insegnanti) ma quanto sembrano sbagliati oggi questi consigli?
2) L’idea di intelligenza di oggi è dominata dall’abilità accademica.
Se ci pensate tutto il sistema della pubblica istruzione  si concentra sull’ammissione all’università. Come conseguenza tante persone di talento, brillanti, creative, credono di non esserlo perchè queste loro capacità non solo non sono state valorizzate a scuola anzi! sono state svalutate perchè non avrebbero permesso loro di entrare nell’università.
Scarsa attenzione alla creatività e all’immaginazione perchè sono meno importanti dell’imparare a leggere e a scrivere. Ma è vero?

L’importanza di sbagliare

Essere creativi vuol dire essere originali ed essere originali vuol dire fare cose diverse gli uni dagli altri. Facendo tutti le stesse cose di sicuro magari non sbagliamo ( lo dice anche il detto  “Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa cosa lascia e non sa cosa trova”) ma cosa stiamo sacrificando?

Se non si rischia non si trova mai nulla di diverso da quello che c’è già, senza sbagliare non si impara.
Ve lo immaginate come deve sentirsi un bimbo piccolo che sta imparando a camminare? Giorno dopo giorno rischierà sempre un po’ di più e a furia di sederate in terra prima o poi riuscirà a fare i primi passi e andrà sempre migliorando. Immaginate cosa succederebbe se  quel bambino avesse paura di sbagliare e pensasse “Oh no e se poi cado? e se mi rompo una gamba? e se il pavimento è troppo duro?”. Quanto ci impiegherebbe a imparare a camminare? Mooooooolto di più (sempre che ci riesca).

Perchè è proprio questo che  hanno in comune i bambini: si buttano.
Se non sanno qualcosa, ci provano. Non hanno paura di sbagliare. E’ una tendenza naturale che la scuola inibisce perchè oggi è più importante fare tutto bene e giusto piuttosto che sbagliare e riprovare.

Mi sembra che la scuola anzichè preparare i bambini alla vita li prepari ad essere sempre perfetti, il che è irrealistico perchè tutti andiamo incontro al fallimento almeno una volta.

Insegnare ai bambini che sbagliare va bene è importante perchè devono acquisire quella sicurezza che provando e riprovando puoi raggiungere il tuo obiettivo, non importa quante volte sbagli e dagli errori puoi imparare.

Tra l’altro se non sei preparato a sbagliare, non ti verrà mai in mente qualcosa di originale e qui torniamo al discorso della creatività: la scuola, punendo chi sbaglia e premiando chi fa sempre bene sta uccidendo la creatività.

Questa capacità naturale che i bambini hanno di buttarsi nelle cose non dura per sempre, man mano che crescono tende a scomparire. Ed ecco che un bambino terrorizzato dagli errori sarà un adulto che avrà paura di sbagliare e che gestirà la sua azienda con questa attitudine, stigmatizzando gli errori perchè c’è troppa troppa troppa paura di fallire.

Picasso una volta disse “Tutti i bambini nascono artisti. Il problema è rimanerlo anche da adulti”

Non diventiamo creativi: disimpariamo ad esserlo o meglio ancora ci insegnano a non esserlo.

Cosa possiamo fare?

Mi auguro che il sistema scolastico cambi in fretta e si adegui alle nuove generazioni.
Mi auguro che ci si renda conto dell’importanza di valorizzare ogni singolo bambino piuttosto che uniformare e cerare di ottenere gli stessi risultati da tutto.
E mi auguro che sempre più bambini trovino la loro strada e sviluppino i propri talenti.

Nel frattempo noi possiamo fare la nostra parte, genitori e persone che ricoprono un ruolo di educatore possono favorire questo processo: mi rivolgo soprattutto ai genitori che conoscono i propri figli meglio di chiunque altro.

Aiutate i vostri figli a sviluppare la loro creatività, proponete loro attività diverse, fate in modo che in casa vostra ci sia sempre della musica, dell’arte, della creatività.

Come può un bambino scegliere la propria strada se neanche sa che esiste una strada? Aiutate i bambini a scoprire il mondo attraverso libri, giochi, corsi di arte, musica, danza, decoupage, qualsiasi cosa. E non fermatevi finchè non vedrete quella lucina negli occhi di vostro figlio. Personalmente ho cambiato almeno 10 sport prima di trovare quello che faceva per me e ringrazio i miei genitori che con tanta pazienza e buona volontà non mi hanno mai fatto pesare il fatto di aver voluto fare così tanti cambiamenti.

Il regalo più bello che possiamo fare ai bambini è dare loro il tempo di cercare, provare e sbagliare.

fonte: psyta.net

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